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Gli attacchi possono Arrivare anche dai microfoni degli smartphone

Il Garante avvia una indagine sulle app rubadati tramite microfono

A fine Settembre il Garante per la Protezione dei dati personali ha fatto sapere, a mezzo stampa, di aver avviato una indagine sulle app ruba dati che raccolgono dati sugli utenti mantenendo accesso il microfono. Il Garante ha infatti rilevato come molte app, al momento di richiedere le autorizzazioni necessarie al loro funzionamento, inseriscono anche l’utilizzazione del microfono. Spesso questa richiesta viene fatta anche quando l’uso del microfono non è necessario per le finalità per le quali le app viene pubblicizzata. Una volta concesse queste autorizzazioni il gioco è fatto: i microfoni restano accesi, raccolgono dati, li inviano ai gestori delle app e spesso finiscono usati per finalità di marketing, anche da terze parti. Si sostanzia cioè un uso illecito dei dati e così il Garante ha deciso di aprire un indagine.

In attesa degli esiti dell’indagine, Il Garante ha pubblicato sul sito istituzionale una vera e propria guida per minimizzare questo problema.

I suggerimenti del Garante contro le app rubadati La guida completa è consultabile qui, ma ne rendiamo i punti salienti:

1. limitare il numero di app scaricate: è necessario tenere sempre sotto controllo il numero di app installate, quelle utilizzate e quelle non utilizzate. Ridurre il numero di app installate sui nostri dispositivi a quelle davvero utilizzate, disinstallando quelle inutili, è un primo importante passo. Avere più app di quanto necessario aumenta solo il numero di dati raccolti.

2. verificare le autorizzazioni richieste: le app richiedono permissioni per operare sul dispositivo e svolgere le proprie funzioni. Tra le autorizzazioni richieste ci sono quelle per accedere a sensori e funzionalità (come fotocamera e microfono, la geolocalizzazione ecc…) e per accedere ai dati (rubrica, foto, calendari ecc…). E’ buona norma verificare attentamente le permissioni richieste prima di procedere ad installare un’app. Se vengono richieste permissioni inutili o non pertinenti alle finalità delle app, è bene non procedere all’installazione;

3. leggere le informative: sono lunghe, spesso complesse, ma è necessario soffermarcisi qualche istante con attenzione per avere consapevolezza di come verranno trattati e raccolti i dati personali.

4. rimuovere permissioni indesiderate: tutti i dispositivi consentono di revisionare e disattivare le permissioni concesse. Alla guida del Garante le istruzioni per disattivare i microfoni tramite le app installate oppure tramite il sistema operativo.